#CineReview: Lady Bird

Lady Bird - cover

100% di recensioni positive su Rotten Tomatoes per le prime 187 critiche, due Golden Globe nel cassetto e cinque nomination agli Oscar. La regista e sceneggiatrice Greta Gerwig non poteva desiderare un risultato migliore per il suo film d’esordio alla regia, Lady Bird, che la porta ad essere la quinta donna nominata come miglior regista in tutta la storia degli Academy Awards.

La pellicola, pseudo trasposizione della biografia della regista, presenta Saoirse Ronan nel ruolo di Christine McPherson, un’adolescente ribelle che frequenta l’ultimo anno di una rigida scuola cattolica e che sogna di trasferirsi lontano dalla sua città, Sacramento, ritenuta troppo semplice, noiosa e senza opportunità. La ragazza infatti odia vivere una vita quotidiana e adattarsi a schemi comuni. Fa perciò di tutto per essere alternativa e diversa, spesso andando contro i suoi genitori, gli insegnanti e gli amici. La sua ribellione e volontà di allontanarsi da Sacramento non sono altro che mezzi per ricercare la sua vera identità.

Il film affronta argomenti molto importanti come il rispetto, la relazione tra madre e figlia, la scelta di un futuro percorso di studi, l’esplorazione del mondo del sesso, l’ascesa e la caduta di grandi amicizie e le classiche bravate adolescenziali. Il film tratta tutti questi temi in modo leggero, quasi innocente, dando l’idea di essere nella mente della protagonista. Allo stesso tempo però la pellicola non si dimentica di mostrare il lato più cupo dei drammi adolescenziali: genitori sommersi da problemi economici, depressione e difficoltà comunicative con i propri figli.

Sappiate però che Lady Bird non è uno di quei tipici film sulla figura della teenager ribelle, con uno sviluppo del personaggio limitato ai suoi poster in camera, ma si presenta come una vera e propria analisi matura delle dinamiche adolescenziali. Il segreto del suo successo sta nell’armonia complessiva del film: personaggi profondi, interazioni fluide, scenari famigliari e realistici( fatta eccezione per una particolare scena), assenza di particolari pretese artistiche e un’incredibile attenzione ai dettagli della vita dei genitori, aspetto spesso trascurato o troppo generalizzato in altre pellicole simili.

Personalmente ho amato-odiato la figura di Christine. È una montagna russa di emozioni dall’inizio alla fine del film, che spezza lo spettatore in due parti in netto contrasto. Da un lato leghiamo con Christine perché riporta alla luce la nostra adolescenza, quando odiavamo tutto della vita, sostenevamo che nessuno ci avrebbe mai capito, litigando con i nostri genitori e facendo quel che pensavamo fosse fico in quel momento. Dall’altro lato però, come pubblico adulto, capiamo e sentiamo il peso che grava sulle spalle dei genitori di Christine. Vederli sopportare la viziata, ingrata e ribelle figlia ci fa sentire in colpa perché spesso e volentieri molte delle cose fatte da Christine le abbiamo fatte anche noi ed ora ce ne pentiamo.

Non si può quindi far altro che ringraziare Saoirse Ronan nei panni di Christine e Laurie Metcalf in quelli della madre Marion per le loro spettacolari interpretazioni, che non a caso le hanno portate a ricevere rispettivamente una nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista ed una come miglior attrice non protagonista. Buone anche le performance di Tracy Letts nei panni del padre di Christine Larry, Timothée Chalamet nel ruolo del musicista Kyle Scheible e Beanie Feldstein nel ruolo di Julie Steffans.

In conclusione Lady Bird è un film piacevole da vedere, che fa ridere, piangere e riflettere, accompagnato da un discreto comparto sonoro e un trucco impeccabile, che rende i protagonisti ancora più realistici. Riuscirà la pellicola di Greta Gerwig a portare a casa qualche statuetta?

 

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